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Ay Carmela!

11/07/2013 Teatro Giuditta Pasta - Saronno
La pièce è liberamente tratta dal testo del celebre autore iberico Josè Sanchis Sinisterra. Scritta nel 1986, dal momento del suo debutto è subito diventata un caso, il più spettacolare successo teatrale del mondo di lingua spagnola degli ultimi 20 anni. Lo spettacolo è ambientato durante la guerra civile spagnola, nel 1938, e racconta la storia di due artisti di varieté spagnoli: Carmela e Paolino che dopo il matrimonio girano tutta la Spagna portando il loro spettacolo nei teatri e nelle piazze. La guerra però rovina i loro piani...

 

Il più spettacolare successo teatrale del mondo di lingua spagnola degli ultimi 20 anni
Venerdì 12 luglio – ore 21.30
Compagnia teatrale Chronos3 in:
AY CARMELA!
di Josè Sanchis Sinisterra
regia di Manuel Renga
con Maria Concetta Gravagno e LUCA Mammoli
Il progetto è nato alla Civica scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, con il coordinamento di Tatiana Olear.

ingresso € 5,00
spettacolo all’aperto: cortile del teatro (ingresso da via Varese)


Lo spettacolo è ambientato durante la guerra civile spagnola, nel 1938. Racconta la storia di due artisti di “varietè” spagnoli, Carmela, danzatrice di flamenco e Paolino, tenore di zarzuela, che dopo il matrimonio girano tutta la Spagna portando il loro spettacolo nei teatri e nelle piazze. La guerra però rovina i loro piani, per cui si ritrovano a dover passare da una città all’altra, soli, con costumi e scene che vanno via via logorandosi e perdendosi, a cercare feste o gruppi di miliziani da intrattenere, senza per questo perdere il loro spirito.
Una mattina per sbaglio, mentre cercavano ingaggi alle feste, secondo Paolino, mentre andavano a comprare sanguinacci, secondo Carmela, oltrepassano la linea di confine fra la zona nazionalista e quella repubblicana e vengono arrestati.
Dopo l’interrogatorio, sono costretti a mettere in scena in pochissimo tempo il loro spettacolo di varietà, per la truppa, al quale però assisterà anche un gruppo di miliziani internazionali repubblicani condannati alla fucilazione il giorno dopo.

Ay Carmela! è una riflessione sul significato della morte: morte come gesto eroico e morte come mezzo di redenzione per il comportamento tenuto in vita. La scelta fra la vita e la morte condizionerà completamente il comportamento dei due protagonisti dello spettacolo. Una scelta che bene si presenta allo spettatore come un continuo passaggio dalla risata alla commozione alla rabbia, soprattutto se mentre si lascia trasportare dalla poesia, si ricordasse che i fatti raccontati potrebbero essere successi realmente, anzi sicuramente sono successi e chissà quante volte.
Ho voluto affrontare, con questo testo, i grandi temi della guerra e della memoria, argomento con il quale ogni stato che ha affrontato delle guerre, si trova a confrontarsi; in Spagna questo è particolarmente sentito, poiché ancora non è stata fatta chiarezza a riguardo, e c’è tuttora un forte timore a parlarne. Per sviscerare queste profonde tematiche, abbiamo deciso di partire dal basso, dal concreto, per renderle al pubblico in modo sincero, e siamo partiti la relazione di coppia dei due protagonisti: marito e moglie, spostai da tanti anni e quindi soggetti alle dinamiche che si formano col tempo in una famiglia dove non ci sono figli, e dove Carmela oltre ad essere moglie è anche un po’ madre per Paolino. I due hanno fatto dell’arte un’ideale di vita che molto rapidamente, con l’arrivo della guerra, è diventato un mezzo di sopravvivenza, mantenendo inalterato tuttavia il suo valore ideologico.

Il colore che domina la scena è il bianco; infatti bianchi sono i telai di lycra, bianchi gli altri pochi elementi strutturali della scena e bianchi sono anche i costumi. La messa in scena prevede l’utilizzo di proiezioni che, di volta in volta, interagiranno con gli attori, oppure daranno spazio ad altri strati, sommersi ma decisamente attivi, del testo. Il luogo in cui originariamente era ambientato lo spettacolo è un teatro vuoto, lo stesso dove i due personaggi cantano e danzano. Un luogo chiuso, che ripara in qualche modo Carmela e Paolino dall’orrore che invece si scatena all’esterno, quello delle fucilazioni, delle morti nascoste, delle trincee di una guerra civile fratricida, un luogo nel quale con l’ingresso dei due artisti, filtrano anche le ombre dei fantasmi della guerra. Il lavoro svolto con le proiezioni può essere considerato un copione che corre parallelo al testo e che ne presenta l’anima surrealista, esplorata anche attraverso le correnti e gli esponenti dell’arte visiva spagnola di quel periodo.

Tutte le musiche sono state adattate da canzoni tradizionali della zarzuela o del flamenco spagnolo, suonate da Emanuele de Checchi e Silvia Girardi e cantate dal vivo dagli attori stessi. I cori sono stati registrati appositamente per lo spettacolo. Le traduzioni dei testi tradizionali dallo spagnolo all’italiano sono state fatte da Manuel Renga e Silvia Girardi.

 

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